domenica 31 agosto 2008

Ikea

Innanzitutto, bentornati dalle vacanze. Chi è stato lontanissimo, chi vicino per poco, chi medio per un po', bentornati a tutti. Tranne a Ilmo che invece è li che lavora come un ossesso. Lavora, bastardo!!
Mi piacerebbe avere vostre notizie, anche solo telegrafiche. Con il blog più o meno sapete quel che mi succede, ma è univoco, sono un pochino tagliato fuori, mettetemi al corrente!!

Detto questo, il post di oggi.

Non pensavo che sarebbe mai accaduto, invece è accaduto. Quella all'Ikea è stata una esperienza nuovamente drammatica. Questa volta però, al contrario di(quasi) tutte le altre volte ero lì per me, e quindi mi sono dovuto concentrare. Sono uscito di casa alle 5 e sono rientrato alle 11 di sera. Davvero una faticaccia.
L'Ikea è un altro non luogo. E' il Mcdonald del mobile. Entri e c'è la stessa roba a Singapore e a Corsico. Anche le persone sono uguali, si vede che i commessi li importano tutti dalla Svezia.
Avevo bisogno nell'ordine di:
  • Scrivania
  • Cassettiera
  • Scaffali
  • Lenzuola e coperta
  • Lampada
Per la scrivania ho dovuto posticipare. Non sapevo come portarmela a casa, quindi ho deciso che me la procurerò quando andremo in 2. Sam ha detto che ci deve andare in settimana, quindi magari cogliamo la palla al balzo e ci facciamo un giro di Taxi in 2.
Per la cassettiera ho preso una di quelle robe che si attacca al tubo dell'armadio a muro, lì ho tanto spazio e quindi ci calza alla perfezione.
Poi mi sono costruito la libreria, la più semplice che c'era e con 20 euri me la sono cavata.
Anche la lampada è stata abbastanza indolore: 9 dollari.
Lenzuola, easy.
Ho preso una coperta da 80 dollari. Quando me ne sono reso conto avevo già pagato. Allora gliel'ho ridata. Posso stare al caldo per moooolto meno...
Il viaggio di ritorno a casa è stato un odissea invece.
Con il classico sacchettone blu Ikea e lo scaffale di legno in metropolitana non è stato facile, per fortuna mi ero costruito una specie di tracolla con lo spago appena fuori dalle casse, e così sono riuscito a venire fino a casa. Sennò Ikea offre un servizio per cui tu metti la roba negli scatoloni e loro te la portano a casa a 39$ la prima scatola, 10 per la seconda e le successive.
Durante i Weekend la MTA, che è l'ATM di new york, effettua una serie di lavori sulla linea metropolitana. Questo si traduce in ritardi e disagi assurdi per i viaggiatori. Con la scusa che tanto la gente non prende i mezzi per lavorare durante i fine settimana, ti capita magari di doverti sparare quattro cambi di treno per fare 5 fermate, che è esattamente quello che è successo a me mentre mi cammellavo la stramaledetta libreria.
Vabbè...cose che capitano. Stasera vado a nanna presto, domani si va al mare!!

P.s. Ho messo la sezione link ai blog degli amici. Chi ci vuole essere non ha che da dirmelo.

sabato 30 agosto 2008

It rains that God sends it 2

Scusate tutti, ho lasciato il post di ieri incompleto, e quindi vedo di completarlo oggi.
Innanzitutto il titolo: quando ieri sera ho deciso di rientrare dopo aver bevuto una birretta con alcuni amici di Lisa, ha iniziato a piovere. Williamsburg non è certamente un grande quartiere, però in bicicletta ci vuole comunque il suo tempo per andare da parte a parte. Ne veniva tanta ma tanta che quando sono arrivato a casa ero zuppo come un pulcino. Un pulcione. Evitate altre battute.
E' la terza sera che passo fuori a williamsburg, e mi piace sempre di più. I locali non sono strabordanti di persone, ma c'è la giusta concentrazione. Bella musica, bella gente.
Ora che sto scrivendo fuori dalla mia finestra c'è un predicatore sudamericano con un altoparlante in mano che conduce una sorta di messa in un capannone attrezzato alla bell'e meglio. Tutti gli hispanici sono parecchio invasati con la religione. Dico invasati con la religione e non religiosi perchè mi sembra di intravedere una qualche forma di fanatismo nel loro atteggiamento. Però è unaprima analisi molto superficiale, vorrei provare a capire di più.
Domani vado al mare.

It rain that god send it

Ieri sono entrato di diritto nella nuova casa. Un lungolinea. Il mio coinquilino canadese ha abdicato. Dice che gli vabene l'igloo modello Bertoni. Nel pomeriggio, sotto il saggio suggerimento di Maurizio sono andato a vedere se riuscivo ad entrare allo Yankee stadium a vedere i NY Yankees contro i Boston Red Sox. Niente da fare, i bagarini mi hanno chiesto 150 dollari per entrare, e quindi anche se la partita meritava non me la sono sentita. sono rimasto lì a vederla allo Stan's bar, e forse ne valeva la pena di entrare. Sotto 2-0 fino all'ottavo inning gli Yanks hanno rimesso in pari e poi vinto la partita. Peccato, dev'essere stata una bella partita.
Mi è dispiaciuto un sacco non vederla, e quindi oggi sono andato comunque allo Yankee stadium. Oggi si giocava Toronto Blue Jays(squadraccia)-New York.
Non sono andato allo stadio per vedere la partita. Cioè, si, sono andato per vederla, ma soprattutto per vedere gli americani allo stadio e per vedere lo stadio.
Lo stadio è all'ultimo anno di vita. Hanno già costruito lo stadio nuovo accanto, tipo di là della strada.
Non sembra uno stadio così tanto conciato da necessitare di essere buttato giù, tuttavia questa politica risponde esattamente alle modalità americana: chissenefrega se è un pezzo di storia della città, si tira giù e basta.

La partita in sè non è stata emozionante. Gli Yanks sono andati sopra 2-0 al quinto, grazie una rubata di Johnny Damon e il doppio venuto dopo, di Abreu, mi sembra.

La cosa bella ed istruttiva è vedere gli americani. A prescindere dall'età, sesso religione o razza tutti intorno a me hanno continuato a magnà e beve come degli sluviati. Il canadese accanto a me dopo aver montato la tenda si è sparato 4 hot dogs tra le 7 e le 8-30, gli altri scrofalavano patatine col formaggio fuso e pezzi di pollo fritti, e ogni volta che saliva l'omino della birra, non riusciva a fare che qualche scalino che le finiva tutte.

Finita la parentesi sportiva. Nel frattempo all'Apple store non hanno voluto i miei assegni, quindi sono ancora senza un vero computer. A presto

mercoledì 27 agosto 2008

Williamsburg



Posto che i timori esistenziali e le paturnie da futuro senzatetto mi hanno quasi del tutto abbandonato (non ho ancora le chiavi, ma ho delle referenze su Sam, come vi scrivevo prima o ieri, non ricordo), mi sembra giusto iniziare a parlarvi delle cose che mi circondano. Così oggi inizierò a parlarvi di Williamsburg, e del ponte che dal distretto ha preso il nome.
Il ponte in questi giorni è l'unica fonte di una qualche attività fisica, dal momento che le passeggiate lunghissime si sono trasformate in lunghissime pedalate.
Williamsburg è una parte di Brooklyn. Brooklyn è un quartiere di New York, ma non nel concetto di quartiere che abbiamo noi. Brooklyn è a suo modo una città, con un suo centro, ed a sua volta è diviso in distretti. Il distretto come dimensioni rispecchia le dimensioni del nostro quartiere. Williamsburg è quindi una bella fettona di città, attraversata da ben 3 linee metropolitane. In questi anni, visto l'aumento dei costi delle case, l'espansione smodata della città e la posizione strategica rispetto alla city, questo distretto è stato oggetto di una grande rivalutazione. Preso inizialmente di mira dagli artisti, ora invece è la speculazione edilizia a farla da padrona. In mezzo a casette e piccoli condomini ogni tanto e sempre più spuntano palazzoni di lusso con portiere all'ingresso e servizi integrati come palestre e colazioni condominiali. Cionostante Williamsburg conserva ancora una radice fortemente latina, mentre ai lati occidentali del distretto confinano i distretti ancora fortemente disagiati di Bushwick e Bedford-Stuyvesant.
Il ponte di Williamsburg è stato per circa vent'anni dopo il 1904 quando venne inaugurato, il ponte sospeso più lungo del mondo. Costruito sopra l'East River, il ponte è largo 35 metri ed il suo punto più alto è a 41 metri, mentre le torri che reggono le campate si elevano a 102 metri sul livello del mare.
41+41 metri di dislivello al giorno sono un pò pochini per definirsi degli scalatori, inoltre la pendenza come potete ben immaginare non è quella del Mortirolo. Cionostante tanti Nuiorchesi quando arrivano davanti al ponte scendono e accompagnano a bicicletta a piedi fino al colmo, per poi rimontare in sella e spararsi l'entusiasmante discesa, mettendo a repentaglio la vita delle decine di turisti che si avventurano sopra l'East River per ammirare da lontano lo skyline di Manhattan.
E' da questo ponte che l'ultimo venerdì di ogni mese parte la Critical Mass della grande mela.
Attendo con malcelato timore il giorno nel quale passando sopra il ponte, anzichè godere del fresco vento di mare dopo la "salita", dovrò stare attento per non sbandare a causa delle raffiche di vento gelido. Intanto però, quando si arriva in cima, non si può non guardarsi attorno e dire che New York è stata proprio costruita in un posto della madonna.

Ah, che poi mi dimentico. Sono stato tutta la mattina a vedere le riprese di Life On Mars. Hanno girato dall'alba fino al tramonto, almeno così mi diceva il giraffaman. Ho visto Harvey Keitel per quattro ore, e per quattro ore non ha MAI cambiato espressione. Incredibile. C'erano anche altri attori, alcuni dai Soprano, ma non chiedetemi i nomi che non li so. Keitel l'ho riconosciuto perchè l'ho visto. La produzione era composta sul set proprio di circa un paio di centinaio di persone. Se domani sono ancora lì scatto qualche foto, ora che sono di nuovo in possesso di una macchina.

La macchina l'ho presa da B&H, grazie ai consigli della Lore e di Patrizio. Quando entri lì ti vien voglia di lasciargli lì il portafoglio in ostaggio e scappare col malloppo. Secondo me può entrare di diritto tra le attrazioni di questa città.

Domani mi trasferisco nella nuova casa. Ancora non ho trovato da affittare questa ma anche chissenefrega.

New York City Post

Ho avuto l'impressione che il tempo stesse cambiando. L'altra sera, dopo nottate trascorse a nuotare in coperte umidicce, ho dovuto ricorrere alla copertina.
Ieri sono stato su feisbuk per aggiungere il mio coinquilino e quando l'ho trovato, ho scoperto che abbiamo un amico in comune. Ora io vorrei sapere se esiste qualche strano sistema che governa questo tipo di eventi. Ma com'è possibile che tra 8, 10 milioni di persone, non so quante ne vivano a NY, io cercando casa su Internet riesca a finire in casa di uno che ha avuto come coinquilina una che conosco?
Quando a marzo io e Vera siamo stati qui, abbiamo conosciuto questa ragazza, con la quale io sto vivendo ora, e la sua amica, danese che è appena tornata a casa. Beh, lei èl'ex-coinquilina di Sam.

Poi ho iniziato a farmi un po' di giri che volevo farmi, sono stato sul set di Life on Mars per esempio.
Hanno bloccato completamente circa 9 isolati,4 strade. Nelle zone più periferiche si trovavano i camion con le attrezzature di elettricisti, macchinisti, i catering e i generatori, più verso il centro c'erano i camerini, i camion dei guardaroba e nel centro proprio una trentina di macchine d'epoca tirate a superlucido. Il set di ieri doveva essere dentro ad un barbiere.Lì non mi sono molto avvicinato.
Oggi ci torno, era fichissimo.

La visita al campo sulla W4 è stata un' esperienza mitica. Per chi pensa che "chi non salta bianco è" (quanto ci sarebbe da dire su questa traduzione davvero insoddisfacente) non assomigli alla realtà, dovrebbe proprio farsi un giro su uno di questi campi. Ho visto qualche partita a tutto campo con in campo gente davvero forte ed un 1-on-1 da sbellicarsi dalle risate. Il tipo che raccoglieva le scommesse faceva l'animatore della situazione, ma intorno era tutto un commento, un arbitrare, tenere il punteggio nella maniera più chiassosa possibile.
Viva il basket.
Riesco sempre di più a capire la lingua che parlano.
Oggi ho scritto il post di mattina perchè ieri sera sono andato a bere una birretta a Greenwich Village.

lunedì 25 agosto 2008

Bike riding

Si, decisamente bike riding è il tema della giornata.

Sono solo le 10 di sera e non credo che uscirò. Ero malinconico prima, lo sono ancora, ma meno. La giornata è stata direi più...meno...diciamo sbattella umida con rovesci di relax. In generale faceva un caldo che non si poteva stare nelle magliette.

Oggi mi sono svegliato con la calma. Questa cosa di non avere la casa mi ha messo un sacco di agitazione, ma stamattina ero easy.
Ieri ho assaggiato questo piatto israeliano che non conoscevo: si chiama hummus o humus, o come vuoi tanto dall'arabo si traduce un po' come si vuole.
Un ristorante buono, bella compagnia, ieri mi sono proprio divertito.
Oggi sveglia con calma, ho parlato con Vera e scritto un sacco di mail per le case. Insomma, sono stato monomaniaco.
Poi mi sono recuperato la mia biga, e mi sono sparato un megagiro da williamsburg fino alla 110rd: fischia se è lunga....ci ho messo poco più di un ora.
Ho visto la casa più ammassata del mondo. Dentro questo appartamento da 4 camere c'era di tutto. Tuttttto. Era un 5 locali, ma le stanze erano tutte di addolorato.
Allora ho ringraziato la gentile signora Terri, dopo aver bevuto quanta più acqua potevo, e me ne sono tornato pedalando per central park. E' stato davvero fico. Quando sono uscito, dopo pranzo, mi avevano simpaticamente bucato una gomma. Però lo avevano fatto col sorriso sulle labbra.
In verità mi sono fatto l'idea che sia uno stratagemma per rubare la bici: se sono di fretta quando esco dal bar, o comunque ho qualcosa da fare, sicuramente non mi posso portare la bicicletta, la lascio lì e la passo a prendere la sera, quando sicuramente ce ne saranno parcheggiate a decine di diversi colori e modelli tra cui scegliere seguendo i propri gusti. Io me la sono guidata fino al biciclettaro.
Per favore, il primo che viene mi porta il mio set di attrezzi per la bici? mica me lo ricompro...
Arrivato a casa, un po' in sbatta ancora, mi sono un po' messo a cazzeggiare, ne avevo bisogno. Ho chiaccherato con Lisa e poi mi ha chiamato Sam:

HO UNA CASA!!!

Sam è un ragazzo di ventiquantatre anni, rilassato, pure troppo. Suona la tromba in un gruppo rock e disegna pupazzetti in flash. Saremo compagni di casa. La cucina è molto bella e spaziosa, diciamo che con impegno ci stanno fino a 6 persone intorno ad un tavolo.
Bello, una buona location, sono contento. Molto. Adesso forse riesco a fare una porcheria: se Sam mi fa entrare prima del dovuto, io subsubsubaffitto la stanza nella quale sto per il resto della settimana. addirittura se ne occuperebbe Lisa. Vediamo. Alla fine non ce n'è veramente bisogno, ma se si può, perchè no?

Ok, questo è quanto per oggi. Si sono fatte le 11, ho disdetto tutti gli appuntamenti per vedere le case di domani (ne avevo 4, stavo diventando bravo) e penso proprio che domani mattina me ne andrò a spasso per NY.
Ciao a tutti, sappiate che mi mancate.

Life on a rollercoaster

Attenzione!!! oggi doppia uscita!!! due post al costo di un click!!!

Il nome del post di oggi non ha nulla a che fare con il cibo. E non sono stato a Coney Island sul famoso Cyclone, l'8volante di legno. Il motivo è che pure se in questi due giorni si è mangiato, ciò che meglio raffigura il mio stato d'animo sono proprio le montagne russe. Ma andiamo con ordine.
Sveglia godibilissima alle 10.
La colazione sarebbe stata ottima.
Lisa: "sai Dario, il tempo passa, io non vorrei che ti spaventassi, però vorrei che tu sapessi che sto per subaffittare la mia camera. E poi ci sono dei ragazzi che vengono a stare sul divano, e poi torna la mia coinquilina. Quindi non ti voglio cacciare...però settembre si avvicina insomma, non riuscirò ad ospitarti ancora".
Un discorso ben più che ragionevole, detto con la massima benevolenza (Lisa è un boccone del più morbido dei pani) su una materia che io già conosco.
Beh, mi ha messo addosso un sacco di tensione.
Allora al primo appuntamento della mattina sono andato bene. Lui era convinto, ero preso, per lui, voleva solo vedere un paio di ragazzi ancora. Gli ho detto, la prendo, quando mi dici vieni, vengo coi soldi.
Esco, ma non sono convinto: la stanza ha una minuscola finestra che da sull'interno dell'appartamento, e poi lui assolutamente vuole meno ospiti possibile. Fa il fotografo, e casa sua è anche lo studio. Allora mi sono sentito molto in colpa quando gli ho detto no mentre io e Chiara stavamo già passeggiando per Little Italy.
Alle 7 entriamo nel locale delle buone notizie. Su Park Ave e 22rd c'è questo posto che si chiama Così e lì tutte le volte che entro, apro la posta e trovo buone notizie. E' fico, ci andrò spesso, poi è accanto a scuola. E i camerieri sono simpa.
La buona notizia è che Sam vuole che veda la sua casa. Ci andiamo.
Sam è un nerd, 28 anni, flash designer. Si è appena comprato il telecomando della wii perchè lo vuole collegare al portatile. Però sam ha un appartamento dove abita da solo, l'altra stanza è libera e c'è una cucina, un tavolo ed un sacco di spazio per mettere via roba a casaccio. La casa è nuovissima. Gli piaccio, spero mi richiami.
Poi Chiara mi ha portato fuori a cena, con Ori. Bello, loro hanno fatto un sacco di amarcord da tipo vecchi compagni di classe. Chiara era supercontenta di vederlo e lui anche. Hanno parlato un sacco, soprattutto lui, molto estroso, simpatico. Lavora anche lui nel filmmaking. Difficile raccontare cosa fa esattamente. Diciamo che cerca di scavare nella sabbia per trovare i fagioli da mettere nella bambagia. Per nulla banale.
Chiara è arrivata ieri e partirà domani. Adesso dorme nella stanza accanto. E' stato molto bello averla qui, mi ha aiutato un bel pò, abbiamo parlato un sacco, mi ha accompagnato in giro a vedere case e ha cercato di capirmi quando ero in sbatti. Insomma, un'Amica.
Ci sono così tante cose che dovrei raccontare che potrei andare avanti un altra ora. Però poi non mi potrei svegliare domani per viverne di nuove.
Quindi la pianto lì.
Buongiorno a tutti, in Italia sono le 9 del mattino.

Raleigh Road Bike 12gear

Ieri non ho postato, sono stato fuori a passeggiare e quindi oggi vi racconto un po' delle amene storie che mi sono accadute.
Ieri mattina ho visto una orribile casa ad Harlem, 125rd e 7th, sopra Central Park, stessa strada dell'Apollo Theatre. 1000$ per una stanza senza finestre, casa zozza e poco spaziosa. L'unica cosa fica che aveva era questo grandioso spazio in terrazza. Però tra un mese a NY farà un freddo pellegrino...sicuri che vogliamo casa con terrazzo e senza finestra?...no, poi era zozza, il lavandino pieno di piatti sporchi e lui che dice: "You do your own dishes because I want the house to be clean", mentre i gatti si facevano le unghie sui batuffoli di polvere...insomma...lasciamo perdere.
Altro appuntamento, ore 12, sempre Harlem, però più a nord: 151rd e 8th. Decido di farla a piedi, e la strada è davvero molto lunga. Molto lunga. Ho il tempo di vedere passando i ragazzini che giocano a football, campi di tennis, baseball, basket, una specie di squash che piace parecchio etc etc. Arrivo lì proprio in orario spaccato per vedere le stanze. Le stanze perchè in pratica questo è un tipo hotel a stanze per studenti. Doveva essere un posto alla porky's, una roba del genere. Tipo appartamenti da 6-7 stanze, 2 bagni 1 cucina, un delirio insomma. In più le camere erano piccoligne...e vuote. Niente stoviglie, letti, lampadine, ditene una voi...no, non c'era. Uota.
Però poi sono andato a Brooklyn, e mi son comprato la bici. e si è rotta subito.
E allora siccome la mattina avevo camminato poco, mi sono fatto altre 3 ore a piedi per tornare a casa. Orribile.
Poi è arrivata Chiara e con lei e Lisa siamo andati in una avventurosa gita in macchina fino alla estremità sud ovest di Manhattan. Ora, se dovessi scegliere se andare in auto con Lisa o dormire una notte con 15 trote vive nel letto, scelgo le trote tutta la vita. Lei ci teneva così siamo andati.
Dovevamo festeggiare poi, lei ha avuto il lavoro. Così risotto ai funghi, gelato e Champagne...scarso?...
Bello dai...una bella giornata. Camminato poco, quello si.

venerdì 22 agosto 2008

Messicano alla cinese

Ieri sono stato solennemente bacchettato per il modo e soprattutto per la forma della mia scrittura. Quindi nonostante mi stia mettendo a scrivere che è già mezzanotte cercherò di essere un po' più accurato.
Erano già le 10 quando mi sono svegliato. Ho preso l'abitudine di tenere il computer accanto al telefono. Quando suona la sveglia del telefono posso divaricare indice e medio, spegnere la sveglia ed accendere direttamente anche il PC. Così trovo il messaggio di Emily che mi vuole vedere alle 11.30.

Arrivo a Dean St. alle 11:37, quasi in ritardo per gli standard americani. Mi apre la porta e mi fa vedere questo megaloft: la mia stanza avrebbe un lucernario gigante, riscaldamento personalizzato e anche dei mobili, anche se quelli sono decisamente recuperaticci.
Uaz: "ma è sicuro la sera?"
Emily:"Sei grande e grosso..."
Uaz: "Ma mica è per me la sicurezza..."
Emily:"non mi è mai successo niente, ma dopo le 11 non sono mai rientrata a piedi"
Uaz: "Da quanto vivi qui?"
Emily: "Da quattro anni....."
mmmmh....beh ci penso...
La casa effettivamente è fica assai. C'è anche un tetto da barbecue...
poi il pomeriggio sono andato a cercarmi la bicicletta. senza successo. La dovrò prendere su craiglist, anche se mi scoccia un po' perché è rubata al 1000 per 1000.
Poi altra casa dopo e poi ci siamo visti con Laura, che ci eravamo promessi un incontro. Assai prolifico, potrebbero venire fuori cose buone, lei è molto dinamica e ben introdotta, capace che si fa qualche lavoretto assieme.

Bene, per oggi è tutto.
Ah no, un ultima cosa. Lisa, la coinquilina, ha fatto oggi il suo primo giorno di lavoro. Volevo prendere una bottiglia di vino, e allora vado in una vineria davanti a casa dove sto e i gestori sono entrambi italiani!!! primitivo e nero d'avola a manetta.
E poi l'ultima per davvero: andando a vedere la prima casa stamattina, sono passato per due strade che verranno sgomberate il 26-27 perchè gireranno una megaproduzione. Il titolo assomiglia a Mars qualcosa.... Andrò a dare un occhiata.
Ciao a tutti!!

giovedì 21 agosto 2008

Che, me stai a cojona'?

Beh, che dire...diciamo che se le cose succedono a questo ritmo per tutto l'anno, farò fatica a raccontarle tutte. Magari diventerò un pò più selettivo.
Scrivetemi, ditemi se scrivo troppo, se si capisce, se vi fa cagare, se vi annoia: Peggio dell'attore che viene fischiato c'è solo l'attore che non viene applaudito.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAaaahhhhh,che bella giornata che era oggi. Sole. Solissimo. Infatti era quasi triste (sono convinto che prima o poi arriverà gugol a dirmi che non si possono scrivere cazzate troppo grosse).

Voglio una bicicletta. Ho deciso. appena la trovo me la compro. Li vedo veleggiare, questi ciclisti di merda in questa città invasa dalle metro, e mi domando perchè ancora non ho un sellino sotto alle mie chiappe. Qui vanno molto delle bici con il manubrio stretttttisssssimo, senza freni: quelle con i pedali sempre attaccati al movimento della ruota posteriore. Cioè per frenare devi opporre resistenza ai pedali che girano comunque, anche se non pedali. Se qualcuno conosce un bel negozio di bici, fatemelo sapere, basta che sia a NY.

Oggi ho visto la prima casa. Ieri sera mi ha chiamata Lei, lei si chiama Lei Chang. Era ubriaca marcia. Mi ha chiamato e mi ha detto dall'alto del suo indice alcolemico che domani a mezzogiorno sarebbe stato un momento perfetto per vederci. Infatti lo era, e stamattina mi sono presentato fresco come del muschio tirolese davanti a casa sua.
Mi apre la porta con due occhi che sembrava Mike Tyson giapponese dopo averne prese tante ma tante: si vede che l'avevo appena tirata giù dal letto. Mi rendo conto che Lei (questo nome se si diffondesse in italia potrebbe portare un sacco di confusione) ha qualche problema di deambulazione e muove le mani con difficoltà. Più tardi mi spiegherà che ha avuto un grave incidente casalingo che le ha generato questi problemi fisici.
Le borse sotto gli occhi erano invece generate dall'ubriacatura dalla quale era emersa per telefonarmi il giorno prima. E infatti mentre mi mostrava la casa, a mezzogiorno, appena sveglia, si è sgargarozzata una bella birra media ghiacciata. Così, per non sbagliarsi.
E' stata molto comprensiva. Le ho spiegato che era la prima casa che vedevo, e che avevo bisogno di tempo. Ma mentre ero lì ha chiamato uno che voleva rivedere la camera.

Vabbè, scoprirò...non potevo mica prendere la prima che capitava....magari era la migliore, ma davvero non potevo.

E allora niente, vado ad aprirmi il conto in banca. Arrivo alla banca e la officer thai-peruvian-sardo-congolese (scusa a tutti i sardi, ma mi piaceva troppo l'espressione) mi inizia a fare delle domande incredibili, tipo: hai qualche parente che fa il politico, dimmi il cognome di tua nonna da non sposata, fammi vedere la marca dei calzini,etc. Un pochino spaventato, ma infine vincente prendo il mio conto, mi arriva la debit card, ed ora con debit e telefono sono pronto a vivere sotto i ponti fino a che non troverò una casa.

Nel pomeriggio sono stato a chinatown. Chinatown è un non luogo. Ovunque chinatown è uguale: c'erano gli stessi cinesi, che trasportavano la stessa merce, con gli stessi carrellini, che portano da via Bramante a via Niccolini in un furioso avantendrè, lì tra Grand street, Bowery e Canal street. I cinesi sono le formiche degli uomini. Le formiche ovunque si trapiantano cercano di ristabilire i comportamenti del luogo da dove venivano: stessa gerarchia, stesso modus vivendi, stesse abitudini alimentari, etc.
Infatti, paradossalmente, mi sentivo a casa. Come quando entri da blockbuster, no, che dove vai vai sontutti uguali, mcdonald è un altro esempio(grazie Teo per la lezione sociologica che ho provato a reinterpretare). L'unica differenza rispetto alla Chinatown italiana è che qui loro dell'inglese se ne strafottono. In Italia la maggioranza dei cinesi parla una minima di italiano. E quando entri nei negozi ti cagano, almeno una minima. Quando entra un bianco nel negozio qui manco lo guardano e i commessi non parlano una parola di inglese. sanno solo pronunciare i numeri per farti pagare.

Strane cose.

Nel frattempo stavo per essere vittima di una truffa. Da qui il titolo del post, oggi meno culinario. Per vostra informazione però per cena mi sono solo fatto una bistecca che ho dovuto tagliare in due per farla stare nella padella, pagata 3,80 euri.
Tornando alla truffa, trovo su craiglist un favoloso annuncio di una casa in centro, mi interesso e mi risponde un reverendo...Mr Bill Watson. Vi risparmio tutta la solfa, che è iniziata l'altro giorno. Mi tira un sacco di pipponi su tenere la casa pulita etc....
alla fine mi fa (dopo avermi chiesto tutti i cazzi miei): mandami i soldi e ti mando le chiavi. Mmmh si, quanto vuoi? 700? facciamo 1000? 4000?
STRUNZ!!!

Pasta alle melanzane

Mettiamola così: il tono di questa giornata è stato diverso assai. A New York oggi splendeva un magnifico sole, tirava un pò di vento e stando all'ombra qualche anima freddolosa avrebbe anche potuto indossare un golfino.
Sveglia alle 8, alle 8 e 30 sto bevendo il mio caffè nel bicchiere di carta mentre salgo in metro, perfettamente integrato. Scambio qualche occhiata divertita con un pupo, smanetto con l'MP3 e dopo qualche chiacchera con uno degli assistenti della NYFA esco, determinato a comprare la mia prima scheda telefonica americana. Pareva fosse impossibile, che servisse per forza il social security number (circa l'equivalente del codice fiscale de noartri), invece entro, 40 dollari, e ne esco con un magnifico scassone e 35$ di credito. Qui il telefono si paga anche se si ricevono chiamate. Lo sapevate? sapevatelo...
Insomma....così...felice per il primo successo sul piano sociale, entro nel primo starbucks che mi capita sottomano. A base di Caffelatte, muffin e wireless cerco di capire come sarà la mia giornata. Lo capisco: sarà un grande sbatta.
Però la nota buona è che ho trovato uno sbocco per le mie relazioni sociali. Il telefono apre porte inaspettate. Così mi trovo alle 2 con Viviana, Ilaria e Livia a pranzare a Central Park. Loro si sono praticamente incontrate qui, io dovevo incontrare Viviana, quindi abbiam finito per pranzare assieme. Anzi,loro hanno pranzato,perchè il mio sushi si è tutto rovesciato appena seduto...
Vabbè..poco male, tanto sono grasso. Le note positive arrivavano però dalla jazz band che suonava a pochi metri da noi.

Dopo questo intermezzo bucolico mi sono gettato a capofitto nella dramma che affligge gli odierni stati di diritto: la burocrazia.

Praticamente per aprire il conto in banca, serve sto cazzo di stracatamaledetto SSN, però se non lavori non te lo fanno. Quindi ciccia. Dopo 3 ore e mezza di code, separate anche da un viaggio in metropolitana per cambiare luogo dove fare richiesta, mi danno un foglio che certifica che non mi possono dare un SSN. però proprio per questo motivo, questo foglietto mi autorizza ad avere un conto in banca. (?)(?)(?)

Fatta pure questa. Domani saprete delle avventure in banca. Spero durino poco.

Dopo tutte ste menate vado a casa, becco Lisa che cazzeggia, mi dice che le è saltata la cena che aveva in programma, e allora dico: faccio io!!
Sarebbe stato meglio iniziare con una più banale pasta al sugo, ma avevo voglia di melanzane...
Montalban sostiene in uno dei suoi libri che la melanzana potrebbe essere presente su tutte le bandiere dei paesi dell'area mediterranea. Vero. Potrebbe anche essere il simbolo dei megachiattoni che si vedono da queste parti. Oggi uno andava in giro con il girello per reggersi la panza. Mi ha fatto un pò impressione. Chissà quando è stata l'ultima volta che si è visto il bigolo...
La coda burocratica ha però dei vantaggi, perchè ti mette a contatto con le persone: stretto tra due famiglie, una indiana ed una di colore ho fatto un pò di smorfie e di battute con i bimbi delle due famiglie. E' stato istruttivo e divertente.

Poi niente, viviana ilaria e livia mi hanno invitato a vedere un locale. Bello. Molto. Si chiama...cafè sha. Pare ci abbiano suonato Bob Dylan e Gimmi Endrics Musica dal vivo energica, poco spazio, birre care assai. Le ragazze avevano intenzioni bellicose, io invece stanco assai mi sono ritirato alle due, e dopo un oretta ne è uscita questa storia.

E' incredibile come siamo condizionati, noi, dalle piccole cose che ci succedono.
Oggi ero energico e solare, ieri mesto e cupo. Sarà colpa del sole, o l'acqua...

martedì 19 agosto 2008

Lasagni or Chicken

Quando questa mattina Alberto, Chiara e Vera mi hanno lasciato alla Malpensa, faceva un sacco caldo, anche se dentro c'era l'aria condizionata.
Dire ciao a tutti è stata una cosa lunga, sapevo che sarei partito da molto tempo. Ma girarsi e prendere un aereo mai avrei pensato potesse essere doloroso.
Va bene, il tono di questo primo post non sarà affatto allegro. Ci sono tanti punti positivi in questa giornata e se adesso che sto scrivendo non li vedo è perchè forse sono stanco, così stanco che non mi reggo neanche seduto.
Andiamo con ordine. Volo perfettamente in orario, posto a sedere con spazio per le gambe (pregella), schermetto per vedere i film, bagno a portata, posto accanto libero, mi offrono il Sole 24 ore (solo a me, chissà perché),dico grazie, ma io circa 8 al giorno le dormo, solo che il sole 16 ore era finito. Chissà dove...
Giornale risultato inutile, perché appena le nuvole hanno coperto la terraferma i miei occhi si sono irrimediabilmente chiusi.

"Lasagni or Chicken, Lasagni or Chicken, Lasagni or Chicken?"
non so se fosse più di plastica il pollo con riso che mi ha svegliato o il sorriso di bandiera delle hostess. Gentilissime, è vero. Però ho ogni tanto la sensazione che se non ci fosse qualche regolamento che lo vieta potrebbero rispondere malamente da un momento all'altro.
Il viaggio prosegue senza intoppi, arrivo a Newark all'1 e 30.
Però scopro che accidenti non posso inviare messaggi negli USA. Quindi io che mi volevo vedere con Viviana, Ilaria e il Guinny che poi partono non riesco assolutamente.
Incontro Giada alla coda delle immigration, e facciamo la strada assieme fino alla stazione dei treni di NY. Questa cosa è stata divertente perchè da perfetto turista mi sono trovato invece a fare da guida, grazie ai racconti di Wayne.

Prendo un taxi per andare a Brooklyn: 50 chili di bagaglio e 3 cambi con la metro mi hanno fatto pensare che sarebbe stata una buona idea. L'autista indiano mi porta davanti a casa, ma una volta arrivato mi dice "stai attento, questa è una brutta zona". Deja Vu..
Arrivato a casa di Lisa, a broccolino, inizia un lodevole battibecco con il telefono a gettoni che non mi faceva chiamare Lisa. Ero fuori dalla porta di casa sua e lo stramaledetto telefono non mi faceva parlare con lei, così lei nn poteva sapere che io ero là.
Il telefono a gettoni sta davanti ad un Deli portoricano. Quando sono entrato per chiedere da cambiare mi hanno guardato tutti un pò male. impressione mia. Infatti è successo poi che mentre io stracatafottevo il telefono contro la cabina perchè non riuscivo a chiamare,si è avvicina una ragazza che gentilmente mi fa "se devi chiamare qui a NY ti usa questo" e mi porge il suo cellulare.
Un minuto dopo Lisa mi accoglieva in casa.
I muri della stanza vengono sorretti dai bordi del letto. Un letto portante. La stanza è davvero piccola, però è molto pulita. Quando sono entrato ho pensato subito alla stanza di addolorato. Solo che qui è a pianoterra anziche 50 metri sottoterra.
Poi niente, 4 chiacchere con Lisa, due passi nel quartiere, qualche bestemmia perchè sono un pigrone che puzza e nn ha voglia di lavarsi (domani mattina, promesso).
Qui sono tutti gentili, per ora. Solo l'umore oggi è un filo salterino. Ora mi sento un po' sperduto quaggiù. Domani sarà una lunga giornata.