venerdì 11 settembre 2009

Spezzoni di vita nuiorchese

Qualche sera fa io e Fabio abbiamo raggiunto Chiara alle gallerie. Chiara adesso lavora in una galleria a Chelsea che si chiama Agorà gallery. Siamo entrati nella galleria che era senz'altro una delle più popolate della zona.
Chiara era lì, alla reception, perfetta, sorridente, a suo agio con l'ambiente che la circondava.
Circondata dai suoi amici, era un pochino diversa alla Chiara che avevo lasciato qui a NY. Uguale dentro, ma aveva qualcosa che la rendeva più newiorchese. Chiara è cresciuta nella grande mela.
Per crescere a New York non è necessario esserci nati. Questa è una città ad alto livello di sofisticazione, crescere qui significa saper essere in grado di galleggiare sopra la plastica di cui è ricoperta senza venirne soffocati. E mantenere la propria genuinità è una delle sfide più difficili da vincere.
Beh io conosco chi ce la sta facendo. Dopo la chiusura delle gallerie siamo andati a mangiare una pizza vera. Devo essere onesto, una pizza media per uno standard italiano, eccezionale per gli standard americani. Chiacchere e chiacchere, su quanto ci manca l'italia, ma più che altro su come ci manca. Non ci manca tutta, anzi, ci mancano dei pezzi. Ci mancano i parenti, ci mancano gli amici, quelli veri, o addirittura gli amori, ci manca quel modo di approciare la vita e ovviamente la bellezza dei posti.
Tutto il resto...no, tutto il resto non ci manca.
Questo è quello che succede qui, ti rendi conto di essere una persona che ha un valore perchè c'è modo di dimostrarlo.
Così sono felice per Chiara, che ha trovato in questa dimensione la sua parte, senza perdere la lucidità e la freschezza che contraddistingue noartri.


mercoledì 9 settembre 2009

back on track

Bentornati!!!
Eccoci qui, per l'ultimo periodo nuiorchese di questo spezzone di vita.
Perdonerete gli errori grammaticali, i refusi, la mancanza di verbi in alcune frasi, le ridondanze semantiche e le frasi senza senso. Se non li perdonate, in alto a destra c'è un bottone, blog successivo, dove troverete sicuro qualche scrittore migliore di me.
Sono arrivato ieri, in perfetto orario alle 16 e 30 ora locale. Dopo due estenuanti ore di coda all'immigration (quella fase dove in Italia uno svogliato ufficiale di polizia fa finta di dare un occhiata veloce al tuo passaporto e ti lascia passare a recuperare le tue valigie) io e Fabio ci siamo presi un tacsi. Tacsi perchè non era un taxi. Prince (così si chiama) ci ha prima fatto salire sulla sua lincoln chiedendoci 35 dollari per portarci dove doveva portarci. Poi siccome non aveva colto dove fosse il posto, ci ha chiesto 45 dollari. Poi però il posto era più lontano di quello che pensava lui....allora 55. Vabbè...la cosa importante è che siamo arrivati. Al di là del furto che abbiamo subito c'è stato un glorioso broccolo avvenuto mentre eravamo in macchina: Prince si guarda con una tipa, lei sorride, lui abbassa il finestrino "sei sposata?" "no tu lo sei" "No, io non sono sposato, come ti chiami?" "Tisha" fa lei e quando lui le da il numero di telefono lei lo chiama. Attenzione, perchè tutto questo accade mentre le macchine in coda si muovono e si superano.
Parlano un attimo e lui ad una certa se ne esce con un favoloso "are you going to be my princess?". Grande, peccato che ci abbia inculato, sennò entrerebbe di diritto nel gotha degli uomini migliori del mondo.
Troviamo Alexia fuori che ci fa le feste, e appena entriamo in casa capiamo perchè era fuori....perchè la casa è un delirio!!
Pavimenti sporchi lerci luridi, scatoloni dappertutto, niente lampade, i letti ancora in verticale...insomma una situazione che non ti aspetti di trovare dopo 14 ore di viaggio e 6 ore di fuso...
Mi guardo in faccia: okey, hai sonno, fame e puzzi, in quest'ordine. Come puoi risolvere questi problemi?
Ho fanculizzato il problema della puzza e siamo andati a mangiare un pollo fritto da Popeye, luogo di culto per tutti i cicciabombardoni americani che si rispettino (per la dieta facciamo domani). Dopo la pappa letto in orizzontale e nanna violenta, fino alle 8 di stamattina. 10 ore filate senza muovere un muscolo.
Oggi giornata di riordino, emails a cannone per case e lavori, e domani ancora uguale.
New York è lo stesso serpente di sempre: cambia pelle ad ogni stagione e quando ti morde non ti lascia scampo....
Amici tutti, bentornati su broccolino.

Un paio di note: il 23 settembre esce "Il Fatto" un giornale nuovo, si spera libero.
l'altra nota non ce la faccio a scriverla, adesso vado a mangiare.