domenica 28 settembre 2008

Entertainment Law

Adesso si fa lezione pure di sabato.
Non che la cosa risulti nuova ai nostri studenti delle classi superiori, anzi. Però per qui lo è. Sabato e domenica sono piuttosto sacri per gli uffici nuiorchesi. Il sabato e la domenica succedono anche cose strane in metropolitana, nel senso che spostano i treni, non li fanno passare, chiudono le stazioni, li sopprimono, oppure ti dicono: sabato e domenica alla tua fermata il treno va solo in una direzione, quindi se vuoi scendere lì devi andare alla fermata successiva e poi tornare indietro.
Lo fanno perchè di sabato nessuno è di fretta.
Io invece lo ero, in ritardo per la lezione di EL(Entertainment Law, l'ho gia detto, cazzo!!) che non si sarebbe tenuta a scuola ma sulla 51th e 5ave. Mi trovo con Benedetta a Union Square, prendiamo la 456 e arriviamo al posto della lezione. 
Elena Paul, la nostra avvocatessa preferita, è una sciantosa 40enne con la parlantina con l'insormontabile difetto di essere un avvocato, ma nonostante questo riesce a raccogliere parecchia simpatia ed a tenere alta l'attenzione della classe.
Ci racconta che lei gestisce questo studio di avvocati che lavorano gratis (????- poi ve lo spiego, anche io avevo smesso di ascoltare) per dare assistenza legale ai filmmaker indipendenti che stanno lanciano i loro progetti.
Lavorano gratis perchè in alcuni stati gli avvocati devono dedicare per contratto una parte del loro tempo lavorativo al lavoro no-profit. In alcuni stati questo tempo è maggiore, in altri è minore.
Nello specifico accade che c'è sovrabbondanza di avvocati in genere a NY, e quindi molti di essi sono disposti a lavorare gratis pur di lavorare, ed eventualmente nel caso l'assistenza legale diventi una vera propria causa, magari essere chiamati ad assistere un cliente.
Quindi succede che per 50-100$ di parcella, che corrisponde al necessario per mandare avanti la società, loro ti guardano i contratti gratis, ti rivedono le carte prima di incontrare la distribuzione, ti preparano i fogli per la privacy, etc. 
Avvocati gratis sulla quinta strada.
...a me fa ridere.

Poi durante la lezione ci hanno fatto leggere la liberatoria che è stata preparata per le comparse di Borat....
Quando l'ha vista Michelle (non tiene mai la bocca chiusa (non volevo essere malizioso)) ha detto: ma questo è lo stesso foglio che firmano le attrici che partecipano ai miei film!!!ahahhaah
In pratica il foglio dice: Io, tizio Semproni, Cedo i diritti di utilizzare la mia immagine per tot soldi etc etc etc...e prometto di non denunciare mai e non far denunciare mai per tutto ciò che verrà mostrato, incluso scene umilianti per me, che compromettano la mia immagine, immagini oscene, razziste, etc....

Diceva lei che in pratica nessuno di quelli che hanno fatto causa è riuscito non solo a vincere, ma ad arrivare ad un vero e proprio processo.

Poi ci ha fatto vedere una bozza di un contratto per una richiesta di finanziamento per un film....

Se riesco a passare indenne attraverso la parte finanza/legge, sarei trooooppo contento.

Un abbraccio a tutti
D

Sceneggiata

Oggi niente....proprio nemmeno uscito dal pigiama.
Tutto il giorno a casa a fare i compiti....
poi ogni tanto leggo qualche notizia.

sono finito sul blog di Bruno Tinti e ho trovato una interessante descrizione di quello che accade nella attuale Nostra Repubblica.....

Ahimè...speriamo che non ci tolgano le intercettazioni!!!!

sabato 27 settembre 2008

Grazie per parlato con me!

Succedeva ieri, questo. Ieri sono stato a casa di Jaime e Maria, la coppia spagnola che è in classe con me e con la quale ho trovato un grande rapporto di cordialità ed amicizia. Io e Jaime abbiamo da preparare un lavoro assieme, allora ci siamo trovati e abbiamo trascorso la serata assieme parlando di cinema, di gossip, abbiamo fatto i lavori assegnatici e ci siamo anche fatti un pochino di affaracci nostri. Quando ho deciso di venire via si erano fatte le 2 faceva un freddo becco e pioveva che dio la mandava, in più la fermata della metro era proprio ma proprio lontana, ed il computer ed i miei libri troppo vicini all'acqua, loro non avevano ombrelli. Allora Maria, che nel frattempo era rientrata a casa, mi consiglia di prendere un tacsi. Prima la guardo storto, poi meno, poi alla fine le dico che non ho soldi, e le chiedo se me li presta. Chiama il tacsi, arriva il tacsi, mi dice che mi fa 15 dollari, più la mancia. Dico va bene. Salgo, il tassista è un ragazzo nero che va verso i 40, inizia ad andare, ed io: "ma questa che macchina è che in Italia non le vendono? è una Lincoln? "
Lui quasi si gira, e mi dice: "sei Italiano? allora possiamo parlare benissimo Italiano, io ho vissuto a Caravaggio per 3 anni, ero arruolato nella US Navy. "
Abbiamo parlato fitto fitto per tutto il tragitto, circa una ventina di minuti. Gli ho chiesto come mai non fosse più nella marina, e mi ha risposto che con Bush come presidente non ci voleva andare soldato, perchè Bush è un pazzo e che ha visto troppi suoi amici morire senza motivo. Però poi ha detto che appena trova la ragazza giusta vuole partire e tornare a vivere in Italia, perchè qui non gli piace. Mi sa che un pochino lo capisco. 
Quando siamo arrivati ha preso appunti sulle parole italiane che non conosceva mi ha fatto pagare 10 dollari anzichè 15 e non ha voluto la mancia, in più mi ha pure ringraziato per aver parlato con lui.

La scuola va bene, come vedete scrivo poco, scusate tutti, proverò una forma che suoni un pochino più comunista per essere parte attiva di questo blog: scrivere meno, scrivere tutto. So già che riuscirò poco, ma almeno lo metto sulla lista delle cose da fare. Assieme a telefonare di più a Vera.
Se volete notizie aggiornate e non volete chiamarmi(vi garantisco che non volete chiamarmi) parlate con Vera. Ci parliamo tutti i ggiorni.

Settimana scorsa abbiamo girato il primo workshop, che adesso ho smesso di montare per scrivere queste due righe. Lo so, rimango indietro, accidenti, ho un miliardo di cose da raccontare ma se ve racconto tutte non le leggete, quindi non racconto un cazzo, taccio, spero che domani non mi succeda niente così vi racconto un pochino di quello che è successo in queste settimane.

mercoledì 17 settembre 2008

Così...

Così un altro giorno è andato.
Non vi ho raccontato che venerdì mentre ero in pieno chillout da sushi è arrivato il Pest Control. Non hanno bussato, e se hanno bussato io non li ho sentiti. Apro la porta della camera e mi trovo un nero ENORME (non scherzo ragazzi, aveva la voce di Barry White dopo una nottata passata a cantare a squarciagola) e un messicano (almeno credo, comunque sudamericano) in casa. Io ero in mutande, e lui mi fa: "la porta era aperta..." E STI CAZZI!!!
Vabbè, cmq mi dice che sono lì per i topi e gli scarafaggi. Gli ho raccontato delle mie peripezie topolesche, dei consigli di Teo a proposito del badile, delle trappole e delle passeggiate del topo in mezzo ai fornelli. Mi dice lui "guarda che i topi sono intelligenti, mica come la Carfagna o la Gelmini"(ma come faceva a saperlo, chi gliel'ha detto? da quando i derattizzatori si interessano di politica estera?). Smanetta un po' dietro la cucina, e poi sparisce dopo avermi rubato una firma. Non so se il topo sia dentro o fuori, non so se vivo o morto, ma E' passato il pest control e non sento più grattare tra i muri. spero sia un segno del cambiamento.


Domani vado ad una conferenza sul ruolo della distribuzione nell'era di Internet. Conosco persone che la sanno mooolto lunga sull'argomento, alcune di esse leggono questo blog. Spero di sentire qualcosa di nuovo. Questi miricani...non sempre mi riescono ancora a sorprendere...stupire si, sorprendere meno...
Ah, venerdì arriva papà...passa il W-E a NY. Lo so, fa un pò strano, ma alla fine due giorni sono meglio di niente....


lunedì 15 settembre 2008

Bisinissi

Allora niente, così.
Possiamo scriverlo senza dirlo, oppure dirlo senza scriverlo, ma il succo se lo beve tutto sta città. A te resta la scorza dell'arancia, se sei bravo di lingua riesci a cavare della polpa. Così sono arrivato a venerdì che a malapena mi reggevo in piedi. 
Sushi? Sushi. 20 dollari, tutto il sushi che riesci a mangiare. Solo che i merda ci hanno detto dopo che tutto quello che ordiniamo e non mangiamo lo si paga a parte. Così sono uscito dal ristorante che avevo tonno e salmone infilati nel naso e nelle orecchie. Davvero. Cioè ci siamo messi ed a ridere ed uno dei miei amici sono usciti dei chicchi di riso dal naso. Bleah direte voi...infatti...bleah...
Così superscorpacciata di sushi, Venerdì libbbbbero. Allora casa, chiacchere d'ordinanza e sonora dormita. Dalle 4 alle 9 del pomergigio. Quando mi sono svegliato avevo un saccccco di voglia di uscire....così sono rimasto a casina ed ho fatto i compiti, tra i quali c'era anche "fare i biglietti da visita". Belli, quando li ho fatti ve li fo vedere.
Così una roba tira l'altra ho fatto le 5 del mattino....
Che angoscia svegliarsi il giorno dopo!!!
Gira di qua, gira di là, sabato mi sono sparato alllmeno 7-8 chilometri solo nella mattinata. Al pomeriggio la Vale mi ha accompagnato da H, c'erano un po' tutti i companeros, abbiamo cazzeggiato tra biglietti da visita e noodles fino alle 11 di sera, mi sono anche addormentato ad una certa...
Alle 11 sento Fabbbbbio. Bella Fabbbbio!!! Bella Uazz!!
C'è una festa in casa sulla 111W, porta chi vuoi....
Fico.
Allora ci separiamo. C'è chi va a casa a prepararsi e chi va diretto. Io sono tra quelli che vanno diretti, con me c'è Leo, il ragazzo francese che si becca 20 dollarozzi di multa perchè beveva per strada nonostante il sacchettino marrone....
Arriviamo e sul tetto della casa stavano suonando 2 chitarre, congas, batteria, basso. Fichissimo. Solo che arriviamo in tempo per vedere il barbecue spegnersi e per sentire solo l'ultima canzone.
Chiacchere, Chiacchere, etc dopo un quarto d'ora avevano ricominciato in casa!!
Ora immaginate una casa di 70 metri quadrati, pensate al soggiorno, togliete lo spazio per mettere ampli, batteria chitarre(e chitarristi), congas(e conghisti) Basso(indovina) e poi aggiungete a casaccio una quarantina di persone. Un Delirio.
Infatti sono stato dentro 5 minuti che faceva un caldo maledetto. Però una bella atmosfera.
Domenica in assoluto relax, sveglia, finiti i compiti, scritto tutto etc, mi chiama la Vale e propone una birretta al parco...no! non si può!! l'ho scoperto ieri che non si può....poco male, andiamo da Fabio Alexia e Benedetta, che ci ospitano per inaugurare il loro nuovissimo appartamento. Fortunelli. Park Ave e 21st....6 piano senzascensore....forse fortunelli al 100% no.
Il pollo arrosto è uguale qua. Uguale uguale uguale. 
Altro giro sul tetto, quando è arrivato Tommaso, anche lui infiltrato in uno sporco giro di Filmmaking....e poi a letto!!!
MAcchè. 25 minuti ad aspettare la stramaledettissima L.
uff...come odio non dormire. Sarà per questo che oggi son riuscito a scrivere?
Baci a tutti, tranne a quel drogato di Ilmo. E anche Asso.
Anche la Lella, lei più di tutti sa perchè. Vero Lella? Zozzona....


venerdì 12 settembre 2008

Cronaca di una sbattella annunciata

Avrei davvero voluto essere più costante negli aggiornamenti, soprattutto dopo che la scuola è iniziata. Invece è proprio per quello che mi ritrovo davvero molto preso.
La scuola è molto bella, i corsi sono (quasi) tutti molto interessanti ed il sistema si vede che è ben congegnato e collaudato, perché la logica con la quale si passa dall'ignoranza alla consapevolezza è parte di un programma bel collaudato. Così oltre alla lezione di producer's craft e di sceneggiatura, abbiamo selezionato un cortometraggio che porteremo avanti fino alla fine del mese ed una storiella che invece gireremo e monteremo nel corso delle prossime due settimane.
Poi lezione tutti i giorni tutto il giorno e se non fosse stato per il fatto che è venuto a trovarmi Zemò, non sarei uscito ieri sera, tanto ero stanco. Invece l'ho fatto e mi sono molto divertito.
Il tempo sta cambiando, nei giorni scorsi ha piovigginato, oggi si sentiva che faceva molto più freddo. Magari l'11 settembre ha raffreddato inconsapevolmente la temperatura. La città era invasa dai poliziotti, ho parlato, beh parlato è una parola che non calza, ho "interagito" con dei poliziotti indiani che non sapevano davvero parlare nemmeno una parola d'inglese. Ma non erano in india, erano a NY. Che posto...
Cammini per la strada e dentro un pizza takeaway c'è un ragazzo di colore nero che canta accompagnato da tutta la pizzeria a che batte sui tavoli e sui cartoni della pizza per accompagnarli. La signora nel tavolo in fondo ha 70 e passa anni, beve scotch e ascolta musica dall'Ipod, mentre fuori in mezzo alla strada due ragazzi sono scesi dalla macchina col volume al massimo e si sono messi a ballare. Alle due del mattino c'è più gente in metrò che alle 5 di pomeriggio. E mentre aspetti non hai altro da fare che spostarti sulla banchina per decidere chi ascoltare. Meglio il funky di quel signore di 60 anni con i dreadlocks bianchi sulla barba, oppure il trio di congas? 
Accidenti, è arrivato il treno...devo andare a casa.

lunedì 8 settembre 2008

100 E 17TH STREET, NEW YORK

Vero primo giorno.
Sveglia alle 6, come quelle mattine dove deve succedere qualcosa di importante. Pranzo al sacco (i deli di Brooklyn costano meno di quelli di Manhattan) e caffè d'ordinanza da bere in metropolitana. La metropolitana alla mattina è come un imbuto: la gente vi scivola verso e scompare in un vortice. 

L'arrivo a scuola è attutito dalla quasi mezz'ora di anticipo. 35 minuti di tragitto in orario di punta, comprensivo di panino preparato al volo e caffè giusmilchnosciugar.
Ci hanno diviso in 3 classi, senza una logica ben definita. Cioè a casaccio. Io sono in producer A. Con me ci sono il congolese H, la cino-inglese Alison, gli spagnoli Jaime e Maria(fidanzati, che teneri), L'italiano Andrea, il danese Tobias, l'ucraina Asia e gli americani Seth, Justin, Boh, Nonso, e Nonmiricordo, Oltre alla mitica Michelle, biondissima tettona di Los Angeles che ha lavorato nella "produzione" di adult enterteinment. Vero o non vero Michelle ha 35 anni e, secondo me, un radioso passato da attrice, ma magari sono malizioso.
La prima lezione è con Isen Robbins, che ci racconta del producer's Craft. Praticamente un po' di trucchi del mestiere, un po' di negoziazione, un po' di facciadiculismo, un po' di business plan.
Il primo ed unico compito che abbiamo è quello di imparare ad usare IMDb e preparare i biglietti da visita. 
Nel corso della lezione ognuno racconta le sue esperienze e il perchè vuole diventare un producer, punti di forza e di debolezza. 
Così la mattinata è trascorsa, come ti chiami, perchè se sei interessato al filmmaking non te ne sei andato ad LA, cosa ti aspetti da questo lavoro etc etc.
Gli piace chiaccherare ad Isen, così anzichè finire alle 12 la lezione è finita alle 12 55, fucilandoci tutta la pausa pranzo.
Mentre i miei compagni si contorcevano le budella per la fame, io freschissimo tiravo fuori il panino al sacco. Alla una si rinizia.
Screenwriting con Kate Kirtz, che stamattina alle 6 e 30 ha finito di girare la sua ultima fatica. Arriva trafelata, mangia banane e beve Cocacola mentre spiega, e praticamente ricominciamo tutto il discorso del chisseicosafaieperchè daccapo. Ma va bene, dopotutto non escono mai due volte le stesse cose ed abbiamo modo di conoscerci meglio. 
Così mi rendo conto che le esperienze lavorative che abbiamo accumulato sono molto varie e arrivano dai più disparati campi e generi. Dalla sitcom al porno, dallo sport allo splatter, attraverso tutte le fasi di pre, produzione e postproduzione.
Un terreno fertile.
La lezione di screenwriting si fonda sui principi classici della narrativa: eroe, antieroe, obiettivo, ostacoli, trama ed intreccio, spannung etc.
Quando arriva Brad Sample arrivano anche gli orari fino al 18 di novembre. Saranno mesi molto pieni: lezione tutti i giorni dalle 6 alle 8 ore di lezione, ogni lezione dura dalle 2 alle 4 ore.
Brad Sample si porta in giro la sua borsetta di DVD superselezionati perchè è l'ora di parlare di regia. 
Extra Wide, medium, close up, posizionamento della macchina, movimenti di camera etc. 
Ci siamo sparati spezzoni di padrino, goodfellas, american beauty, fargo, e l'appartamento che è un film anni 50 credo.
Siamo usciti tutti col cervello fritto, ma contenti. Mi hanno anche dato una belllllisssssima borsa che mi si è rotta guardandola, una felpa che è della stessa misura per me e per la cinoinglese e a me sta come il cappottino al cane, a lei come una vestaglia da pugile.
L'aula è piccola, le sedie scomode e l'aria nonostante il condizionamento si vizia rapidamente, alla fine della giornata è faticoso, ma eravamo tutti allegri alle 7 quando siamo usciti.
Casa, pasta, conference con Vera, Robbabbob e il Gomi compiti e poi nanna. Prima, il post.

sabato 6 settembre 2008

Grembiulino, quaderno e cesto della merenda.

Questa mattina (era proprio tardi ieri quando mi sono messo a scrivere, così in verità posto oggi, ma questo l'ho scritto ieri) ho parlato con alcuni di voi. Se mi avete visto tranquillo, vi siete sbagliati. Ero agitato, quasi come se fosse il primo giorno di scuola.
Sono arrivato a scuola alle 12 più o meno. Il check-in, o insomma il primo appuntamento era programmato tra le 10 e le due del pomeriggio. 
Così ho avuto il tempo di entrare, fare le pratiche, prendere il librone rosso, salire al terzo piano dove mi aspettava Anita. Anita è il capo del corso di produzione, è una donna di circa 45-50 anni. Il suo discorso è stato piuttosto preciso: quello di produzione è il corso più tosto di tutti. Dovrete avere a che fare con i soldi, con lo sceneggiatore, con il regista, cameraman, luci, macchina, dovrete avere sotto controllo tutto, seguendo almeno 3 progetti alla volta. dovrete leggere, essere aggiornati sulle novità, sui festival, su tutto ciò che riguarda il media production. Non sarà facile, molti abbandonano nelle prime settimane, ma chi esce di qui trova la sua strada. Il producing è un lavoro duro, ma dà soddisfazioni e fa guadagnare bene.
Quando sono entrato nella stanza eravamo in 4. Piano piano alla spicciolata sono entrati altri, alla fine eravamo circa una decina. Abbiamo proseguito parlando di quali sono i nostri film preferiti, e per ogni film abbiamo cercato di stabilire quali fossero i punti cardine che potessero far guadagnare a livello di botteghino e quale potesse essere l'audience.
Poi liberi tutti, per un ora. E' stato allora che mi sono reso conto di essere davvero nel meltin'pot.

La parte di classe con cui mi sono trovato era così composta:

  • Un Francese
  • Due italiani (uno ero io)
  • Un italo-americano del New Jersey
  • Un brasiliano
  • Una cinese trapiantata in inghilterra
  • Un sudafricano
  • Un New Yorker del queens
  • Tre spagnoli
  • Un congolese
Questi sono quelli con cui sono andato a pranzo.
La classe di producing è molto più grande, sono circa 30 persone, ma siccome l'orario di arrivo era flessibile, alcuni sono arrivati prima, ma la maggioranza è arrivata dopo.
Così ho portato la compagnia nel mio ristorante preferito, quello con la connessione internet, ed abbiamo chiaccherato un pò ci siamo scambiati i numeri di telefono, e le prime impressioni.
Sono quasi tutti più giovani di me, ma non quelli che sono nella lista qui sopra.

Il sudafricano che inizialmente sembrava molto simpatico si è dimostrato una colla. Poi vedremo. Alle 4 altro meeting, Producing meet Screenwriting. A turno ci siamo alzati in piedi ed abbiamo detto nome, provenienza ed esperienze. 
E' stato allora che mi sono reso conto che la torre di babele che era stato il pranzo era solo la punta dell'iceberg. Si sono presentati russi, montenegrini, coreani, giapponesi, cinesi, vietnamiti, messicani, peruviani, ugandesi (si scrive così?), indiani, polacchi, cechi, danesi, svedesi, e altri che non ricordo.
 Dopo ci siamo spostati in un altra stanza solo con il gruppo di producing, e lì la chair of production (direttrice del corso di produzione) ha più o meno riportato la stessa solfa di prima. Ha aggiunto alcuni particolari sul libro rosso, che è quello che ci hanno consegnato all'ingresso e che dopo aver pubblicato questo post mi metterò a studiare. E' un libro di divieti, regole e indirizzi utili. 
Una volta fuori erano quasi le 8, ora di cena. Un pezzo di gruppo lo abbiamo perso ma ne abbiamo trovato un altro, e con loro siamo andati a vedere l'inizio di un festival chiamato NYC united.
Il festival si apriva con un documentario basato sulle world series di beer pong, che giungeranno quest'anno alla terza edizione.
Per chi non lo conoscesse, il beer pong è un gioco tipicamente da college. Si prende un tavolo da ping pong, alle estremità del tavolo si posizionano 10 bicchieri come se fossero birilli da bowling, si riempiono a metà di birra e poi si tira una pallina per centrare il bicchiere. Se centri il bicchiere, l'altra squadra beve. Vince chi centra tutti i bicchieri.
Interessante, ma 90 minuti sono troppi. in 45 c'era già tutto.
A questo punto sono diventato il migliore amico del sudafricano, che non mi si è più scollato da di fianco. Vabbè, dopotutto è un bravo ragazzo.
Una birretta in un posto dove ci facevano entrare tutti (vita dannata per i ventenni in america) e poi tutti volevamo andare a nanna. Prima però è venuta giù un sacco di acqua. così abbiamo aspettato un oretta, poi ci siamo mossi.

Così, se dovessi trarre un bilancio da questa prima giornata, direi che sono contento. La classe è giovane, mista come etnia e c'è molta energia.
La scuola sembra cazzuta, questo mi piace, sicuramente arriveranno momenti difficili, ma per ora tutto liscio come l'olio.

Ah, vi lascio con il soprannome che mi ha affibbiato il congolese, che si chiama Hervè, ma che si fa chiamare H. Per lui sono diventato D Man...
A presto.

venerdì 5 settembre 2008

La vigilia

Oramai siamo praticamente in vista del corso. Ci siamo. Tra meno di 12 ore sarò di nuovo sul banco di scuola.
Sono molto eccitato, questa città ha molto da offrire a chi ha da dare. Mi sono procurato le ultime cose di cui penso avrò bisogno, mi sono lavato le mutande(tutte), ho fatto la pasta al sugo per rilassarmi ed ora aspetto con ansia. 
Oggi sono stato in ospedale. Tranquilli, sto bene. volevo vedere com'è fatto uno spedale miricano. Tanto per cominciare non c'è Giorg Cluni che dice "ciao Ciccio", nè JD di Scrubs. C'è uno che sembra un autista di limousine che ti dice "yes sir?" eccetera eccetera.
Se arrivassi sparato in ambulanza la parte del tipo vestito da autista la dovrei saltare. Ma non ci scommetterei.
Oggi, leggendo il libro di M. Moore "Mike's Election Guide 2008", notavo una interessante riflessione. Gli americani si vantano di avere il livello delle imposte più basso dei paesi occidentali. Circa il 19% di media. Tuttavia, se confrontato con il livello di tassazione che c'è in altri paesi europei, questo valore è sì più basso, ma non tiene conto di tutti i servizi che gli stati europei includono e che invece negli Stati Uniti sono gestiti da privati. 
19% più la assicurazione medica e le medicine se stai male, più la scuola se decidi di mandarci i figli, più la pensione che ti devi fare sennò devi lavorare per tutta la vita.
Non è mia intenzione aprire un dibattito su cosa è meglio o cosa è peggio, nè tantomeno scatenare il "si, ma qui le tasse sono più del 50 percento e se vai in ospedale con la febbre ne esci senza un braccio" o altre polemiche su come vanno le cose in Italia. Gli esempi sono basati sulla media europea, quindi mica si deve prendere per forza il paese dei ladroni, no?
Gli Stati Uniti sono una nazione senza alcun tipo di ammortizzatore sociale. Che sia un bene o un male, non lo so. Fatto sta che qui ci sono circa 40 milioni di poveri, ovvero il 13 % della popolazione. Ora, se supponiamo che questi 40 milioni non si possono permettere di pagarsi un ospedale se si ammalano nè di iscrivere i figli all'università, nè tantomeno si possono permettere di smettere di lavorare perchè non si sono mai fatti una pensione, si capisce che non possono essere molti i modi di risalire la china della stratificazione sociale.
Pensandolo alla lunga, questo modello può solo generare una divaricazione della forbice della ricchezza ed una selezione del più forte. 
Se può lavorare solo il più resistente alle malattie, può studiare solo il più ricco e devi lavorare fino alla fine se non hai una pensione, accidenti, qui c'è più di mezza Italia che se la passa proprio male.

Stasera tornando a casa ho preso una trappola per topi. E' tipo una tavoletta su cui in teoria si dovrebbe appicciare la bestiaccia. Sperem, non ci credo molto, però magari invece si. Ho messo del burro d'arachidi sul centro della tavoletta, per invitarlo. Se si appiccica, poi dovrò buttarlo via da vivo. bleah....
Poi ho fatto le pulizie di casa. Bello, mi sono quasi divertito.
ahahahahaahha
che palle pulire!!!!!!
Vabbè, almeno il risultato è netto.....
Vado a letto, domani è il gran giorno.
Vi racconterò...

mercoledì 3 settembre 2008

The Wide Keyboard

Eccoci qui, 
Oggi lo schermo è più grande, le lettere anche, ed anche i maroni che a furia di provare a configurare la posta elettronica si sono gonfiati fino a raggiungere le dimensioni di una fitness ball.
Posto che tutto ciò che riguarda il computer nuovo non verrà trattato all'interno di questo post, nè nei successivi in quanto so che almeno al 70 percento di voi non gliene frega niente, IL MIO NUOVO MAC E' UNA FIGATA.
Ieri dopo aver camminato per ottocentocinquamila chilometri assieme alla Vale appena arrivata, sono andato all'applestore e me lo sono cattato.
Poi cena con Sam, Valeria e le sue due colleghe italiane. Mi piaceva l'idea di portare Sam a spasso con gli Italiani. Piano a piano si sta sciogliendo, anche se non sono proprio certo di stargli simpatico... cioè forse ogni tanto gli scasso un pò le fitness ball...
Comunque abbiamo fatto altri 35 isolati per andare a mangiare un hamburger. Intendiamoci, non è proprio come andare a mangiare la chianina a Firenze. Insomma...però la serata è stata godibile (tutto per te Robbabob).  Poi Sam mi ha portato in una bettola puzzolente e scarafaggiosa dove tra gli altri c'è pure un gioco che si chiama shufflepuck. Si tratta di una lunga asse di legno lucida dove viene sparsa della sabbia. Su quest'asse bisogna fare scivolare dei dischi di ferro (puck) e farli andare a finire il più possibile vicino all'altro lato ma senza cadere. per il resto è come le bocce. Boccepuck. Infine Sam ha voluto essere pettinato a Fussball (er bigliardino), solo che il bigliardino qui lo fanno che si gioca 13 contro 13...la stecca del portiere ha 3 omini, non ci sono gli angoli rialzati e la pallina è fatta di sughero. Insomma un pacco. Alla fine mi ha pettinato lui. Che smacco. Siamo tornati a casa, io meditando vendetta, lui sognando un letto. Appena arrivato a casa spacchetto il mac etc...
Oggi invece non sono quasi uscito di casa, sono solo andato a fare il Bucato assieme ad altri amici drogati, tutti cinesi e strafatti di candeggina. Immagino per rendere i globuli così bianchi che più bianchi non si può. Ah si, oltre ai panni ho fatto anche la spesa. Una spesa...oculata. Ho trovato pure il Grana Padano in tranci e dei pelati Mi sono ricordato che ho comprato dei pomodori settimana scorsa, allora ne ho presi ancora due, ma una volta a casa sono andato a vederli: erano se possibile più rossi e lucidi di prima. Patrizia dice che sono pomodori nucleari...
Smanetta smanetta smanetta ancora, ho parlato un sacco con Vera e poi ho beccato la seduta plenaria di Robbabbob, Ilmo Elisa ed Elena, con cui sono stato al telefono un'oretta. 

Infine l'ho visto: mi sono alzato per chiudere la porta ed accendere l'aria condizionata e lui è saltato dentro nello spazio tra i fornelli. Allora è in casa, il maledetto topo. Domani mi attrezzo con la trappola.
Qualcuno ha idea di come si ammazza un topo? Chiarina nel suo blog ne parlava, adesso vado a rileggere...


Macbookpro

Non ho molta voglia di scrivere stasera. Oggi ho preso il computer. Adesso smanetto un pò e poi vado a letto. vi racconterò domani dal computer nuovo.

martedì 2 settembre 2008

Uazza Goes Global



Oggi stare a NY è stato divertente. Dopo la chiaccherata mattutina con l'Italia, con i cari, sono uscito e mi sono trovato con Wayne. Abbiamo parlato un sacco, mi ha portato a mangiare in un ristorante messicano molto elegante dove ho mangiato una Enchilada molto buona ed un altrettanto ottimo guacamole, fatto dal vivo. Buonissimo. E' arrivato un cameriere che lo ha preparato nel cestello proprio davanti ai nostri occhi. Abbiamo parlato di NY, di presente, di futuro e di noi. E' stato, come sempre, molto piacevole. Siamo stati a parlare per tre ore, che sono volate via in un minuto.
Una volta congedato Wayne, sono stato alla caribbean parade. Ci sarei dovuto andare con Laura, ma è stato davvero impossibile sincronizzarci, così ci sono andato da solo.
La Caribbean parade è una sfilata di carri e costumi che si svolge ogni anno davanti al museo di Brooklyn. C'erano tutti i paesi del centroamerica, ognuno con un carro ed ognuno con i costumi tradizionali. Purtroppo la macchina foto si è scaricata subito, mannaggia. Avrei voluto immortalare ogni singolo istante della parata. C'erano facce di tutti i tipi, colori, musiche sapori eccezionali ed una fierezza indicibile nel voler rappresentare la propria terra. Così, dopo un immersione nei ritmi giamaicani, dominicani e venezuelani ho abbandonato la festante attività creola per andare ad aiutare Sam a comprarsi la scrivania. Ancora Ikea, dannazione, ed ancora senza macchina, solo che stavolta il mattonazzo pesava 45 (quarantacinque) chili. La metropolitana siamo andati a prenderla al terzo piano, e poi è arrivata tre piani sotto, così ci siamo cammellati gli scatoloni per un totale di piani sei. Però ne è valsa la pena: Sam è arrivato a casa tutto contento, finalmente aveva una scrivania.
Abbiamo chiaccherato un pò, gli ho raccontato di quello che sta succedendo in Italia ed è rimasto a bocca aperta. Quando ho cercato di spiegargli la situazione di Alitalia non si capacitava. Allora ho lasciato perdere, mi stavo incazzando anche io che ne parlavo. La prima parola che ha detto dopo il mio discorso è stata: "You know, we have a law in Canada that controls the conflict of interests"...lassamo perde...
Ho scoperto che Sam è ebreo, ho ascoltato il disco della sua band e non mi dispiace, ska-punk ben fatto, peccato per la voce.
Dopo mangiato mi ha fatto una rivelazione che mi ha lasciato perplesso. Stavo lavando i piatti, lui arriva e mi dice "non so se te l'ho detto, hai visto questo spazietto tra la cucina ed il forno? lo sai che ogni tanto qui fa capolino un topo?"
BLEAH!!!! I topi mi fanno un pò schifo, in più se sono nella mia cucina ancora di più. Allora abbiamo spostato il forno, ed ho visto che dove c'è l'attacco del gas c'è un buco gigantesco nel cartongesso. Forse il topo vien da lì, non so. Essendo appena stati all'Ikea, avevamo grandi quantità di cartone a disposizione, e ne ho ritagliato una placchetta da mettere col nastro adesivo intorno all'attacco del gas. Speriamo che non faccia più capolino.
La gita alla Caribbean parade mi ha davvero messo di buon umore. Erano tutti allegri. La cosa che più incuriosito è il modo di ballare delle ragazze. Tanto per cominciare ballano solo se hanno un pube maschile a cui appoggiarsi col sedere, poi si piegano in avanti e cominciano a scuotersi come matte. Capisco che possa arrapare, però sono rimasto parecchio perplesso. Pensavo che fosse una cosa più da videoclip shaggyzarroseanpaul, invece in questa parata ballavano tutte così. Se qualcuno ne sa di più, rendetemi edotto. Poi voglio andare un giorno dove questi tizi mettono i dischi, erano davvero bravi.
Vabbè, son riuscito a fare le 3 anche stasera. Buongiorno a tutti.

lunedì 1 settembre 2008

Uazza goes to the ocean



Se dovessi parlare l'inglese che parlo con la Graziella Gloria o con la Busetti o con la Marenco, rispettivamente le prof di inglese di medie, liceo e liceo, starei standard su un tre al quattro. Però mi faccio capire.
Sam ed i suoi amici canadesi musicisti mi hanno portato con il loro van scassato ma superaccessioriato alla spiaggia di Long Beach, a Long Island, e nel viaggio d'andata ho cercato di spiegare loro quale sia la politica di prezzo di Ryanair e quali siano stati i vantaggi che tutti in Europa ne abbiamo tratto. Loro mi hanno ascoltato e fatto domande, il che significa che ho solleticato il loro interesse ma che soprattutto mi sono fatto capire. Poi siamo finiti sulla politica canadese e sui sistemi di controllo dell'opinione pubblica da parte dei media, infine abbiamo parlato di Gustav.
Appena svegli siamo andati a prendere sto furgone che sembrava proprio pimped. Chiarina, aveva gli interni in velluto blu e radica, televisore, Playstation e videoregistratore. Peccato che non funzionasse nulla. I ggiovani canadian se lo sono acchiappato per 2300 dollari da degli australiani che tornavano dai loro canguri.
Vabbè, questo l'hardware. Il problema era il software: batteria morta. Casualmente c'era lì il secondo messicano più basso del mondo dopo Speedy Gonzales che seppur andasse mooooolto più lento di lui sapeva mettere mani al motore. In pratica questo tizio che era letteralmente seduto a farsi una pentola e diverse tazze di cazzi suoi arriva e fa "un momento".
Dopo 5 minuti esce dalla cantina con: caricabatterie per auto, batteria di riserva (!!!) cassetta degli attrezzi, carrellino per infilarsi sotto e cacciavite cercafase. 20 minuti di smanetta e bestemmia e poi tracutracu, il van parte.
Insomma, svoltiamo pure questa e riusciamo a metterci in marcia.
Solo in quel momento però mi accorgo di una cosa: il finestrino di sinistra non c'è. Chiedo spiegazioni e mi dicono che la settimana scorsa il vetro temperato si era crepato tutto, ma era rimasto lì, poi tornando dalla spiaggia si è disintegrato addosso al povero Sam che era seduto là. Poor guy..
Partiamo, ryanair, politica etc.

Beh, l'oceano è fico. L'acqua ha un colore orribile e puzza di cozze, però le onde sono grandi e lunghe. Così ci mettiamo col bodyboard a prendere le onde e un po' a giocare al calcio sulla battigia. La battigia dell'oceano è lunga, così lunga che è una sbattigia. Se lì vicino si può bere è una bartigia. Qui mi fermo perchè la prossima è V.m.18.
Così, tra un onda ed un altra mi appropinquo a comprarmi della frutta e nel negozietto più sperduto di Long Island trovo una copia di Oggi. Una. Niente corriere, repubblica, Gazzetta, o altri quotidiani ad alta tiratura e 0,x vendite come il Giornale o Libero. Rimango un attimo esterrefatto, ancora di più quando il signore dietro di me la compra. Il che mi fa dire:
Non può averne avuta solo una copia
Non posso credere che oggi venga venduto così.

Poi torno, mi chiama Callum e mi fa: vieni, stiamo festeggiando l'addio al celibato di un amico.
E allora via! Lower east side a manetta e locali fichetti, tanto pagavano loro. Così dopo una chiacchera alle 3 e mezza con una coppia lei dominicana lui palestinese, sono andato a casa.
Stavo giocando col telefono in metrò e sono sceso alla fermata sballiata. Cazzarola sono finito in quartiere dove anche la desolazione avrebbe avuto problemi di solitudine. Anche se mi sentivo un pirla, mi sono infilato i dindi nelle mutande(you never know) e ho fatto la figura di quello che guarda la cartina.
Sono a casina e vi sto raccontando questa storia: mi sono spaventato da solo.