giovedì 21 agosto 2008

Che, me stai a cojona'?

Beh, che dire...diciamo che se le cose succedono a questo ritmo per tutto l'anno, farò fatica a raccontarle tutte. Magari diventerò un pò più selettivo.
Scrivetemi, ditemi se scrivo troppo, se si capisce, se vi fa cagare, se vi annoia: Peggio dell'attore che viene fischiato c'è solo l'attore che non viene applaudito.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAaaahhhhh,che bella giornata che era oggi. Sole. Solissimo. Infatti era quasi triste (sono convinto che prima o poi arriverà gugol a dirmi che non si possono scrivere cazzate troppo grosse).

Voglio una bicicletta. Ho deciso. appena la trovo me la compro. Li vedo veleggiare, questi ciclisti di merda in questa città invasa dalle metro, e mi domando perchè ancora non ho un sellino sotto alle mie chiappe. Qui vanno molto delle bici con il manubrio stretttttisssssimo, senza freni: quelle con i pedali sempre attaccati al movimento della ruota posteriore. Cioè per frenare devi opporre resistenza ai pedali che girano comunque, anche se non pedali. Se qualcuno conosce un bel negozio di bici, fatemelo sapere, basta che sia a NY.

Oggi ho visto la prima casa. Ieri sera mi ha chiamata Lei, lei si chiama Lei Chang. Era ubriaca marcia. Mi ha chiamato e mi ha detto dall'alto del suo indice alcolemico che domani a mezzogiorno sarebbe stato un momento perfetto per vederci. Infatti lo era, e stamattina mi sono presentato fresco come del muschio tirolese davanti a casa sua.
Mi apre la porta con due occhi che sembrava Mike Tyson giapponese dopo averne prese tante ma tante: si vede che l'avevo appena tirata giù dal letto. Mi rendo conto che Lei (questo nome se si diffondesse in italia potrebbe portare un sacco di confusione) ha qualche problema di deambulazione e muove le mani con difficoltà. Più tardi mi spiegherà che ha avuto un grave incidente casalingo che le ha generato questi problemi fisici.
Le borse sotto gli occhi erano invece generate dall'ubriacatura dalla quale era emersa per telefonarmi il giorno prima. E infatti mentre mi mostrava la casa, a mezzogiorno, appena sveglia, si è sgargarozzata una bella birra media ghiacciata. Così, per non sbagliarsi.
E' stata molto comprensiva. Le ho spiegato che era la prima casa che vedevo, e che avevo bisogno di tempo. Ma mentre ero lì ha chiamato uno che voleva rivedere la camera.

Vabbè, scoprirò...non potevo mica prendere la prima che capitava....magari era la migliore, ma davvero non potevo.

E allora niente, vado ad aprirmi il conto in banca. Arrivo alla banca e la officer thai-peruvian-sardo-congolese (scusa a tutti i sardi, ma mi piaceva troppo l'espressione) mi inizia a fare delle domande incredibili, tipo: hai qualche parente che fa il politico, dimmi il cognome di tua nonna da non sposata, fammi vedere la marca dei calzini,etc. Un pochino spaventato, ma infine vincente prendo il mio conto, mi arriva la debit card, ed ora con debit e telefono sono pronto a vivere sotto i ponti fino a che non troverò una casa.

Nel pomeriggio sono stato a chinatown. Chinatown è un non luogo. Ovunque chinatown è uguale: c'erano gli stessi cinesi, che trasportavano la stessa merce, con gli stessi carrellini, che portano da via Bramante a via Niccolini in un furioso avantendrè, lì tra Grand street, Bowery e Canal street. I cinesi sono le formiche degli uomini. Le formiche ovunque si trapiantano cercano di ristabilire i comportamenti del luogo da dove venivano: stessa gerarchia, stesso modus vivendi, stesse abitudini alimentari, etc.
Infatti, paradossalmente, mi sentivo a casa. Come quando entri da blockbuster, no, che dove vai vai sontutti uguali, mcdonald è un altro esempio(grazie Teo per la lezione sociologica che ho provato a reinterpretare). L'unica differenza rispetto alla Chinatown italiana è che qui loro dell'inglese se ne strafottono. In Italia la maggioranza dei cinesi parla una minima di italiano. E quando entri nei negozi ti cagano, almeno una minima. Quando entra un bianco nel negozio qui manco lo guardano e i commessi non parlano una parola di inglese. sanno solo pronunciare i numeri per farti pagare.

Strane cose.

Nel frattempo stavo per essere vittima di una truffa. Da qui il titolo del post, oggi meno culinario. Per vostra informazione però per cena mi sono solo fatto una bistecca che ho dovuto tagliare in due per farla stare nella padella, pagata 3,80 euri.
Tornando alla truffa, trovo su craiglist un favoloso annuncio di una casa in centro, mi interesso e mi risponde un reverendo...Mr Bill Watson. Vi risparmio tutta la solfa, che è iniziata l'altro giorno. Mi tira un sacco di pipponi su tenere la casa pulita etc....
alla fine mi fa (dopo avermi chiesto tutti i cazzi miei): mandami i soldi e ti mando le chiavi. Mmmh si, quanto vuoi? 700? facciamo 1000? 4000?
STRUNZ!!!

2 commenti:

Fabio Fava ha detto...

..Uaz, m'hai messo in testa 'sta cosa della sarda-congolese..

Uazza ha detto...

GUarda c'ha un nome e cognome che hanno stampato i biglietti da visita sugli A4.
Fai che per mandarle una mail ho dovuto riscriverla 3 volte, perchè sbagliavo l'indirizzo di posta elettronica che è trooooppo lungo...